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Escherichia coli è un batterio così comune da essere stato trovato in quasi l’80% dei campioni di acqua potabile. Mentre la maggior parte degli E. coli sono considerati innocui, alcune versioni possono contribuire al rischio di malattia. Una di queste versioni è E. coli beta glucuronidasi positiva (BG+). C’è una certa pressione comunitaria nella riduzione della presenza di questo ceppo specifico nell’acqua potabil e negli alimenti.

Uno studio condotto nel 2018 su 500 campioni di acqua potabile da tutta Italia, coinvolti 14 diverse regioni, ha valutato il contenuto di E. coli beta glucuronidasi positiva. Nel complesso, l’11% dei campioni di acqua analizzati è risultato positivo. Risultati simili sono apparsi in altre aree geografiche, come il Giappone, dove la percentuale di campioni positivi al virus è aumentata all’11,3%. La percentuale era significativamente più alta in alcune regioni, come l’Emilia Romagna, in cui il 19% dei campioni era positivo. Questo può essere un problema sia per la salute pubblica che per l’industria agricola a causa delle conseguenze dell’ingestione di alimenti o acqua contenente una quantità elevata di E. coli beta glucuronidasi positiva.

I risultati dello studio evidenziano la necessità di un numero maggiore di misure sanitarie attente all’igiene per limitare la diffusione degli E. coli beta glucuronidasi positiva. L’utilizzo di sistemi di filtraggio adeguatamente sviluppati, l’utilizzo di tecnologie biologiche come l’ozono, e un maggiore livello di educazione nella popolazione sull’importanza delle buone pratiche igieniche sono considerati i fattori più importanti per ridurre la presenza di E. coli beta glucuronidasi positiva. Anche la formazione dei dipendenti nelle tecniche di controllo della qualità degli alimenti è considerata necessaria, poiché serve come misura di prevenzione contro la diffusione del batterio.

In conclusione, i risultati di questo studio hanno confermato che la presenza di E. coli beta glucuronidasi positiva nell’acqua potabile e negli alimenti è un problema di salute pubblica. Un numero maggiore di misure basate sull’igiene, l’educazione e l’implementazione di sistemi di filtraggio adeguati permettono alle comunità di ridurre significativamente la presenza di questo ceppo di E. coli per una migliore salute pubblica.